
Michele Ifigenia Colturi
Michele Ifigenia Colturi, affianca dal 2015 gli studi universitari in lettere moderne a quelli teatrali. Collabora con l’Associazione Kerkis Teatro Antico studiando la possibile rappresentabilità dei testi classici. Frequenta e studia con alcune istituzioni teatrali storiche: Teatro Valdoca, Societas Raffaello Sanzio. Nel 2020 si diploma come danzatore-coreografo presso la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi con il lavoro “Fisica dell’aspra comunione” di Claudia Castellucci. In questi anni di formazione artistica lavora e studia con diversi coreografi e maestri: Maria Consagra, Alessio Maria Romano, Olivier Dubois, Paola Lattanzi, Emanuela Tagliavia, Ariella Vidach, Silvia Rampelli, Cesc Gelabert. Attualmente lavora come coreografo con il Collettivo Tyche di cui è membro fondatore,coprodotto da AIEP- Ariella Vidach e ospite in diversi festival come Nao perforing, Ipercorpo, Hangartfest,Triennale FOG Milano, Festa Danzante Ticino. Nel maggio 2022 fonda insieme ad altri artisti emergenti l’associazione culturale B-ped, con il fine di promuovere la nuova creazione coreografica e agire sul pubblico e sul territorio attraverso progetti di formazione e promozione culturale come nel caso del festival TeatroLab 2.0 e del progetto Milano Freedom Zone in collaborazione con il Parlamento europeo.
CUMA
di Michele Ifigenia/Tyche
Autore/Coreografo Michele Ifigenia Colturi
Danzatrice Federica D’Aversa
Dramaturg Riccardo Vanetta, Ciro Ciancio
Musiche Tarek Bouguerra
Disegno luci Federico Calzini
Filmmaker Lorenzo Basili
Una produzione di Michele Ifigenia/ Tyche
con il sostegno di Aiep Ariella Vidach.
Con la partecipazione di: Tabatha Vicari
Cuma è un solo coreografico attorno alla figura della Sibilla, in cui i vari elementi che appartengono
all’archetipo della profeta vengono ricostruiti per portare in vita un ultimo messaggio divinatorio.
La Sibilla, suo malgrado, intona un canto di fine. Un canto gestuale che matura in un vagito. I suoi
vaticini sono accompagnati da una possessione, la mania del dio. Tale è elevato il messaggio divino che il
corpo della Sibilla, dopo questa visione, viene dilaniato dalla profezia stessa.